Tutti conoscono le innumerevoli contraddizioni generate in un paese gigantesco come la Cina, in un sistema economico ormai di fatto misto, che cerca di sfruttare le potenzialità di un costo del lavoro bassissimo per “aggredire” il mercato occidentale. Il mercato interno cinese invece, è stato finora vergine nel campo del gioco d'azzardo. Con l'ingresso dell'ex colonia portoghese di Macao nel Cina Popolare hanno debuttato in società anche i casinò legali.
Il locale GICB (ufficio di ispezione e coordinamento dei gochi) ha calcolato che le entrate lorde da attiviàt di giochi d'azzardo da gennaio a settembre soo state di 83.907 milioni di pataca (la moneta coniata dai portoghesi che ancora ha circolazione interna a Macao), pari a 10.488 milioni di dollari. Secondo questi dati, le attività di gioco d'azzardo diverse dai casinò hanno totalizzato 699 milioni di patacas (sopratutto da corse di cani e cavalli e scommesse su partite di calcio) e i proventi da casinò sono generati per l'87% dai tavoli di baccarat (73.097 patacas), mentre il 5% dalle slot machines (4.683 patacas)
Macao è l'unica città cinese dove il gioco d'azzardo è legale, grazie agli accordi che nel 1999 hanno portato l'amministrazione locale in seno alla repubblica popolare, garantendo una larga autonomia legislativa fino al 2049; oggi esistono 33 casinò regolarmente registrati, di cui uno galleggiante. Se c'è una possibilità che la Cina apra ai casinò online è proprio da qui che succederà, e di certo l'enorme potenziale del mercato interno cinese mette l'acquolina in bocca a Sojedade de Jogos de Macau (gestore di 20 dei 33 casinò), Galaxy Resorts (5 casinò), Las Vegas Sands e Melco Crown (3 casinò ciascuno).