Per la prima volta dal 1989, lo Strip di Las Vegas non vedrà l'apertura di nuovi hotel casinò e non ci sono progetti di nuovi villaggi turistici all'orizzonte. Dopo trent'anni di intensa costruzione di alberghi e villaggi turistici, che hanno cambiato radicalmente l'aspetto dello Strip, la striscia - il viale - che si estende per vari chilometri in città, pare che i lavori si siano fermati. Per la precisione, si sono fermati il 15 dicembre, con l'inaugurazione del Cosmopolitan, gioiello da 3,9 miliardi di dollari. Oltre all'apertura di nuove stanze al Cosmopolitan e al completamento della torre del Ceasars Palace, Las Vegas non vedrà una ulteriore espansione delle proprie strutture ricettive (che già offrono oltre 150.000 stanze). Secondo alcuni analisti infatti il mercato deve assorbire la capacità già esistente prima di continuare a costruire - questo infatti supporterà il ritorno del turismo alla normalità dopo due anni di recessione economica. Altri analisti confermano la ripresa del mercato sulla Strip, se pur lenta, osservando l'aumento del prezzo medio delle camere d'albergo, un parametro utilizzato dagli analisti per valutare la redditività dell'attività turistica.
Per misurare accuratamente la ripresa economica degli alberghi con casinò, occorre prima attendere i dati della crescita economica del primo semestre del 2011. Alcuni analisti sostengono che, con la crisi non completamente conclusa, agli occhi dei giocatori e delle giocatrici un viaggio a Las Vegas appare ancora come una esperienza estravagante: ci vorrà un po' di tempo ancora prima che il mercato torni alla normalità. Con un ritorno al potere di acquisto pre-crisi e una ritrovata fiducia del consumatore, disposto di nuovo a investire in beni non di prima necessità, gli analisti potranno definire con maggior precisione l'andamento futuro del settore dei casinò e del gioco d'azzardo.